Descrizione
Le presenti riflessioni non vogliono essere un manuale completo per lo studio della Cristologia e della Ecclesiologia, e tanto meno vogliono e possono sostituirsi ad esso.
Ciononostante, la riduzione del materiale trattato non deve per forza rappresentare uno svantaggio. Poiché esiste un aspetto che non è di meno alla completezza dell’esposizione di un tema, e cioè, la penetrazione e la presentazione di un argomento attraverso un approccio fondamentale che permette al lettore di vedere e di capire il tutto sulla base di parti prese come esempio.
Le riflessioni qui presentate partono dal presupposto che tutti i temi della teologia debbano avere come punto base della costruzione l’unità della Sacra Scrittura, e cioè l’unità tra Tanakh (Antico Testamento) e Nuovo Testamento. Oggi è dato per scontato che la Cristologia sia il punto di divisione tra Ebraismo e Cristianesimo. “La fede di Gesù ci unisce (…), ma la fede in Gesù ci divide”, ciò è quanto ha dedotto Schalom Ben Chorin, il quale, dopo aver letto i Vangeli, aveva riconosciuto il “fratello Gesù”.
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